L’approccio LEADER/CLLD

  L'approccio LEADER
L'acronimo e il metodo
Breve cronistoria
 
Le sette caratteristiche specifiche di LEADER
1. L'approccio ascendente
2. L'approccio territoriale
3. Il partenariato locale
4. Una strategia integrata e multi-settoriale
5. Il collegamento in rete
6. Innovazione
7. Cooperazione
 
Rinnovamento di LEADER
Il ciclo di vita del GAL
GAL nuovo o GAL rinnovato
Rinnovare o potenziare l'applicazione dei principi
Progettazione integrata
Ampliare la partecipazione
Consultazione inclusiva
 
LEADER e CLLD

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L'approccio LEADER

Questa sezione illustra le origini dell'approccio LEADER, le sue peculiarità (le "sette caratteristiche specifiche" di LEADER) e il passaggio da LEADER allo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD). La sezione rinvia inoltre a una selezione di materiali d'archivio LEADER II che descrivono queste caratteristiche così come concepite in origine.

L'acronimo e il metodo

L'approccio LEADER è stato introdotto per ovviare all'impossibilità delle tradizionali politiche dall'alto di trattare i problemi cui erano confrontate numerose zone rurali d'Europa. L'acronimo "LEADER" deriva dal francese "Liaison entre Actions de Développement de l'Économique Rurale" e significa "Collegamento fra azioni di sviluppo dell'economia rurale". L'idea di fondo consisteva nel mobilitare le energie e le risorse della popolazione e delle organizzazioni locali in quanto soggetti attivi piuttosto che beneficiari, mettendoli nelle condizioni di contribuire al futuro sviluppo delle rispettive zone rurali attraverso la costituzione di partenariati (detti "Gruppi di azione locale") territoriali tra il settore pubblico, quello privato e la società civile. Quando, nel 1990, un gruppo di funzionari della Commissione europea ebbe l'idea di proporre per la prima volta l'iniziativa LEADER, questo concetto di collegare e coinvolgere le persone a livello locale era relativamente nuovo.

I Gruppi di azione locale sono il principale strumento per l'applicazione dell'approccio LEADER allo sviluppo territoriale che coinvolge direttamente i rappresentanti delle zone interessate nella definizione e nell'attuazione di strategie locali, nei processi decisionali e nello stanziamento delle risorse. Il valore aggiunto dell'approccio LEADER è strettamente correlato al rafforzamento dei poteri locali attraverso l'elaborazione e l'attuazione di strategie di sviluppo e l'allocazione di risorse.

Breve cronistoria

LEADER è stato avviato inizialmente sotto forma di Iniziativa comunitaria, uno strumento finanziario speciale della politica strutturale dell'UE che mirava a individuare nuove soluzioni a specifici problemi che riguardavano l'intera Unione europea. Nella sua fase pilota (1991-1993), LEADER ha coinvolto 217 zone in regioni rurali svantaggiate appositamente selezionate. Nel periodo 1994-1999, le priorità dell'Iniziativa LEADER II erano ancora circoscritte a tali zone, mentre il numero di GAL è salito a circa 900. Forte dei risultati raggiunti, il metodo si è rapidamente esteso a tutti i tipi di territori rurali nell'ambito di LEADER+ (2000-2006). Giunto al suo quarto periodo di programmazione (2007-2013), l'approccio è divenuto parte integrante della politica di sviluppo rurale dell'UE, coprendo 2416 territori rurali negli Stati membri. LEADER è diventato una componente obbligatoria di tutti i Programmi di sviluppo rurale, con una dotazione di bilancio minima (5% nell'UE-15 e 2,5% nell'UE-12, ossia i nuovi Stati membri, ad esclusione della Croazia che ha aderito nel 2013). Nel 2007, il metodo è stato inoltre ampliato a livello tematico alla politica per la pesca, con la creazione di oltre 300 FLAG (Gruppi di azione locale per la pesca) in 21 Stati membri.

Nel periodo di finanziamento 2014-2020, il campo di applicazione dell'approccio LEADER è stato ulteriormente esteso, con la denominazione "Sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD)", nelle zone rurali, urbane e di pesca. L'approccio CLLD può essere attuato nel quadro del FEASR (in quanto LEADER), del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e, qualora la programmazione dello Stato membro lo preveda, i GAL hanno oggi la facoltà di elaborare ed attuare strategie integrate attingendo a più fondi.

Di pari passo con lo sviluppo di LEADER si sono evoluti anche i relativi meccanismi di sostegno; varie strutture formali per il collegamento in rete, nell'ambito delle Reti rurali nazionali e della Rete europea per lo sviluppo rurale, forniscono ai GAL assistenza tecnica e altri servizi per la creazione di reti. ELARD, l'Associazione europea LEADER per lo sviluppo rurale, è una piattaforma di cooperazione internazionale delle zone LEADER.

Le sette caratteristiche specifiche di LEADER

L'approccio o metodo LEADER poggia su sette caratteristiche fondamentali che devono essere presenti e applicate simultaneamente. Queste sette peculiarità definiscono LEADER in quanto metodologia e lo differenziano dai programmi di finanziamento.

1. L'approccio ascendente

L'approccio ascendente (dal basso verso l'alto) è l'elemento cardine di LEADER. Nell'ambito di LEADER, i soggetti locali sono considerati i migliori esperti dello sviluppo del proprio territorio. Questo approccio ascendente implica che la comunità e gli attori locali possano contribuire a definire un percorso di sviluppo per la rispettiva zona, in linea con i propri bisogni, aspettative e programmi. La scelta di un approccio collettivo e partecipato consente a tali soggetti di diventare protagonisti del futuro della propria zona. Essi partecipano al processo decisionale relativo alla strategia locale e alla scelta delle priorità da attuare. Forme di partecipazione attiva vengono incoraggiate in ogni fase del processo, che si tratti della creazione di un GAL o dello sviluppo, dell'attuazione, della valutazione e della revisione della strategia. Il coinvolgimento degli attori locali, che deve poggiare su criteri di equità e trasparenza, include la popolazione in senso lato, i gruppi d'interesse socio-economico e della società civile nonché le istituzioni pubbliche e private rappresentative.

Questo approccio ascendente è sancito nei regolamenti dell'UE che prevedono disposizioni in materia di animazione e processo decisionale volte a garantire che nessun gruppo di interesse possa essere maggioritario.

2. L'approccio territoriale

LEADER e lo sviluppo locale di tipo partecipativo si fondano su un modo diverso di fare le cose, coniugando in un unico approccio tre elementi fondamentali: territorio, partenariato e strategia di sviluppo. Il territorio costituisce la base per la creazione del partenariato e della strategia a livello locale, costruendo una visione positiva di ciò che potrebbe essere sostenuto e sviluppato da un'attiva collaborazione tra portatori di interesse locali. Essendo "basato sul territorio", il finanziamento dei programmi si concentra sulle priorità della zona considerata nella sua totalità e non su specifici progetti o gruppi di progetti (differendo così da un'impostazione "basata sui progetti").

La zona interessata da tale approccio è di norma un territorio di ridotte dimensioni, omogeneo, con una forte coesione sociale e funzionale, spesso caratterizzato da tradizioni comuni, da un'identità locale, da un senso di appartenenza o da necessità e aspettative analoghe. Adottare un'impostazione di questo tipo permette al partenariato locale di lavorare insieme per individuare e trattare i punti di forza, le criticità e le opportunità presenti sul territorio, mobilitando il potenziale e le risorse endogene dell'area.

Il territorio selezionato deve essere sufficientemente coerente e presentare la necessaria massa critica, in termini di risorse umane, finanziarie ed economiche, per sostenere una strategia di sviluppo locale praticabile.

La zona deve avere confini geografici ben definiti che, secondo il principio LEADER, non devono necessariamente coincidere con i confini amministrativi (ma piuttosto con quelli funzionali).

Le zone, inoltre, devono soddisfare i criteri LEADER relativi alla popolazione (nella maggior parte dei casi tra 10.000 e 150.000 abitanti, come sancito nel Regolamento (UE) N. 1303/2013 recante disposizioni comuni) e possono essere soggette a ulteriori criteri specifici nazionali. I confini dell'area possono essere rivisti man mano che il partenariato e la strategia si evolvono in funzione delle priorità di sviluppo e dei soggetti coinvolti.

3. Il partenariato locale

Nell'ambito di LEADER, il partenariato locale per lo sviluppo territoriale si avvale di uno strumento di governance specifico e strutturato, denominato "Gruppo di azione locale" (GAL). Il coinvolgimento nel partenariato fa sì che le persone, un tempo "beneficiarie" passive delle politiche, diventino agenti e partner attivi dello sviluppo del proprio territorio, una caratteristica distintiva dello sviluppo locale di tipo partecipativo.

È importante notare che non vi sono due partenariati uguali per origine ed evoluzione e che nessun partenariato nasce già perfetto. I partenariati devono essere adeguati al territorio d'intervento e alla realtà locale e devono essere consapevoli che ci vogliono tempo, risorse e impegno per creare la fiducia e i necessari rapporti di lavoro. È normale che la composizione del partenariato si evolva con il progredire della strategia e dell'operato del GAL.

Esistono tuttavia alcuni principi fondamentali sanciti nei regolamenti dell'UE. Un GAL deve comprendere partner del settore pubblico, privato e della società civile; deve garantire una composizione equilibrata e ampiamente rappresentativa degli interessi locali e dei diversi settori socio-economici presenti sul territorio. A livello decisionale nessun settore può rappresentare più del 49% dei membri del partenariato (Regolamento UE N. 1303/2013 recante disposizioni comuni). La forma giuridica dei GAL può variare in funzione del paese di appartenenza, ma è spesso un'organizzazione iscritta al registro delle associazioni senza scopo di lucro. Indipendentemente dalla loro forma giuridica, i GAL possono nominare uno dei membri in qualità di organismo responsabile della gestione finanziaria.

4. Una strategia integrata e multi-settoriale

Il regolamento UE recante disposizioni comuni (N. 1303/2013) specifica che lo sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) è attuato attraverso strategie territoriali di sviluppo locale integrate e multi-settoriali. Questa caratteristica, introdotta nelle successive generazioni di LEADER, differenzia questo approccio dalle tradizionali politiche agricole settoriali definite dall'alto. Come si evince dall'acronimo, LEADER mira a creare un "collegamento tra le azioni di sviluppo dell'economia rurale". I partenariati e le strategie di sviluppo locale (SSL), pertanto, sono finalizzati a potenziare le sinergie tra settori locali per sfruttarne i potenziali effetti moltiplicatori.

Così facendo esplorano e trattano i bisogni e le opportunità del territorio in modo integrato, al fine di conseguire gli obiettivi comuni prefissati. Le azioni e i progetti previsti dalle strategie locali dovrebbero pertanto essere collegati e coordinati tra loro in un'ottica globale e coerente. Tuttavia, "integrato" non significa omnicomprensivo: le strategie non devono cercare di affrontare tutti gli aspetti contemporaneamente, né attribuire lo stesso peso a ognuno di essi, in quanto vi sono elementi che esulano dall'ambito locale. Nell'ambito della loro strategia di sviluppo locale integrata, i GAL dovrebbero operare delle scelte, concentrando il sostegno su obiettivi ed azioni, già presenti sul territorio, che generino valore aggiunto e garantiscano le maggiori probabilità di contribuire ad innescare i cambiamenti auspicati.

5. Il collegamento in rete

La creazione di reti è un aspetto cardine dell'essenza stessa di LEADER e del suo funzionamento. Il GAL è una rete di partner locali che promuove, con la propria strategia e le proprie attività, collegamenti e sinergie tra attori locali ed altre figure all'interno del sistema di sviluppo del territorio. Nell'ambito di LEADER, i vantaggi del collegamento in rete vanno ben oltre questa dimensione territoriale: le reti locali, nazionali e internazionali sono diventate sempre più importanti nel connettere persone, luoghi e azioni in ambito rurale. Con l'avvento delle reti CLLD, che hanno coinvolto zone non rurali estendendo così il loro raggio d'azione, si aprono nuove possibilità. Le reti riuniscono i diversi soggetti coinvolti al fine di condividere e diffondere conoscenze, esperienze, innovazioni, idee e informazioni; sviluppare il sostegno tra pari; ovviare ai problemi di isolamento e potenziare le capacità. Le reti svolgono un importante ruolo nell'incentivare e sostenere la cooperazione.

In tutti gli Stati membri sono state istituite Reti rurali nazionali (RRN) nell'ambito dei Programmi di sviluppo rurale. Sebbene le loro attività riguardino un'ampia gamma di portatori di interesse, il loro mandato include, in modo specifico, il sostegno ai GAL e, in alcuni casi, sottogruppi di GAL. La Rete europea per lo sviluppo rurale (RESR), che opera a livello europeo, fornisce direttamente la propria assistenza alle RRN e ai GAL e comprende un sottogruppo LEADER/CLLD.

L'associazione europea LEADER per lo sviluppo rurale (ELARD) è un'organizzazione senza scopo di lucro che funge da piattaforma per la cooperazione internazionale tra zone rurali. All'associazione ELARD aderiscono diversi GAL e numerosi gruppi LEADER volontari a livello nazionale e regionali.

6. Innovazione

La ricerca dell'innovazione rimane uno degli aspetti più entusiasmanti, innovativi e, al contempo, impegnativi dell'approccio LEADER. La ricerca e la promozione di soluzioni nuove e innovative per ovviare ai problemi locali o per cogliere le opportunità esistenti sono state fin dall'inizio un elemento centrale di LEADER. L'innovazione riguarda ciò che viene fatto, le tipologie di attività sostenute, i prodotti o i servizi sviluppati ecc., ma si riferisce anche e soprattutto al modo di fare le cose. Inizialmente, infatti, la principale innovazione era l'approccio LEADER in sé.

I singoli GAL dovrebbero apportare nuovi elementi e soluzioni allo sviluppo dei rispettivi territori. Questo è vero sia per quanto riguarda le strategie, le strutture e i processi di attuazione e animazione, sia per quanto attiene il processo decisionale e la selezione dei progetti. Naturalmente, non tutte le idee innovative avranno successo; sarà sempre necessario procedere a un'attenta valutazione dei progetti, ma al momento di decidere il GAL dovrebbe considerare un livello di rischio accettabile. Creando le giuste condizioni e accompagnando lo sviluppo di idee nuove e innovative, i GAL possono generare cambiamenti sostanziali e duraturi e benefici per i loro territori: il vero valore aggiunto cui LEADER tende.

7. Cooperazione

Nelle zone rurali, la cooperazione inter-territoriale e internazionale conferisce una dimensione più ampia allo sviluppo locale. La cooperazione va oltre la mera creazione di reti, coinvolgendo la popolazione e i gruppi di azione locale nell'attuazione di un progetto comune, nel lavorare di concerto con altri soggetti, con altri gruppi LEADER o con un gruppo analogo in un'altra regione, Stato membro, nell'ambito di un diverso Fondo strutturale e di investimento europeo (Fondi SIE) o persino con un paese terzo.

Naturalmente, la cooperazione non è fine a se stessa: lavorare con altri dovrebbe avere un chiaro scopo e rivelarsi vantaggioso. La cooperazione con altre regioni può essere un'eccellente fonte di innovazione e di trasferimento di conoscenze per la popolazione locale. La cooperazione LEADER consente alle zone rurali di affrontare e sfruttare le loro diversità, introducendo nuove prospettive e spunti offerti da altre zone, importando ed esportando approcci di successo e buone pratiche.

La cooperazione può offrire considerevoli vantaggi, ma anche sostanziali sfide in fase di attuazione. È quindi fondamentale pianificare con attenzione, scegliere i temi e i partner giusti e avvalersi del sostegno offerto dalle Reti rurali nazionali e dalla RESR.

Rinnovamento di LEADER

LEADER ha veramente bisogno di essere rinnovato o rigenerato? Perché è importante che tutti noi continuiamo a porci questa domanda?

Nel periodo di programmazione 2007-2013 sono emerse preoccupazioni su una possibile compromissione dell'approccio LEADER dovuta alla sua integrazione nelle altre politiche. La forte enfasi emersa per LEADER sulle misure definite nel quadro del programma di sviluppo rurale limitava le possibilità dei GAL di attuare progetti integrati e innovativi. Alcuni elementi che rendevano LEADER così diverso venivano pertanto ostacolati o persi, a causa di particolari vincoli in materia di innovazione e di interventi su piccola scala, entrambi aspetti chiave del valore aggiunto di LEADER.

Molti dei GAL che vantavano già un'esperienza hanno trovato questi cambiamenti difficili da gestire e impegnativi in termini di tempo e risorse, alcuni hanno avuto difficoltà ad adattarsi e la maggior parte dei nuovi GAL non aveva alcuna esperienza pregressa con cui confrontarsi. È possibile che la crisi economica del 2008 e le successive politiche di austerità abbiano reso le persone meno propense al rischio, i cofinanziamenti più difficili da ottenere e il coinvolgimento più difficile da giustificare.

LEADER è un approccio adattabile e dinamico, è un processo alla continua ricerca di miglioramento, progettato per affrontare le sfide. Rinnovando e rafforzando l'approccio, guardando avanti per garantire che il metodo di lavoro sia al passo con il cambiamento, LEADER può cogliere queste sfide, ottimizzare la partecipazione dal basso verso l'alto e gli elementi che contribuiscono a creare valore aggiunto. Tuttavia, questo non accadrà spontaneamente. Se vogliamo che LEADER sia più forte dobbiamo lavorarci: il semplice fatto di essere un GAL e di agire nel rispetto delle consuetudini non è sufficiente. Le Autorità di gestione non possono contare solo sui GAL: anch'esse devono contribuire attivamente a questo rinnovamento.

Affinché LEADER possa svolgere il ruolo di catalizzatore, che molti considerano il suo principale punto di forza, è evidente che i soggetti coinvolti devono riflettere su come esso s'impegna e lavora con gli altri attori. I GAL devono pertanto porsi queste domande, effettuare i dovuti controlli periodici, fare un bilancio della situazione, sapere a che punto si è giunti, identificare problemi, le possibili soluzioni e programmarle. Mentre la maggior parte delle azioni qui proposte si riferiscono ai GAL, anche le Autorità di gestione devono essere pronte ad ascoltare e rivedere il loro contributo al processo. È essenziale che l'approccio venga correttamente pianificato, perché non si verificherà spontaneamente.

Qui di seguito vengono riportati alcuni punti o questioni chiave che possono essere presi in considerazione quando si analizza l'approccio LEADER e come quest'ultimo può essere rinnovare o rinvigorito.

Il ciclo di vita del GAL

Un GAL è un partenariato dinamico e, analogamente a ogni altro partenariato, ha un proprio ciclo di vita. Nell'ambito di LEADER, il partenariato si evolve nel tempo non solo per quanto riguarda il suo funzionamento, ma anche in relazione ai compiti che è chiamato a svolgere nelle diverse fasi del programma. Riflettere sul modo di pianificare e sostenere questi cambiamenti contribuirà a garantire un costante coinvolgimento e impegno del GAL. A tale proposito è utile considerare il modello di sviluppo del partenariato di "Tuckman", un modello ormai consolidato che prevede quattro stadi: "Forming (periodo della formazione), Storming (periodo del conflitto), Norming (periodo normativo), Performing (periodo della prestazione)".

GAL nuovo o GAL rinnovato

Che la continuità tra i periodi di programmazione sia un fattore estremamente importante è ormai assodato, ma se consideriamo il GAL come un'entità, questo postulato andrebbe forse messo in discussione? Poiché nessun GAL può avere la garanzia di una propria continuità come GAL LEADER, al momento di guardare avanti verso un nuovo periodo di programmazione perché non cogliere l'opportunità di aggiornare o rinnovare il GAL? In che modo il GAL ottimizza la propria esperienza locale, la conoscenza e le capacità analitiche dei suoi membri? Un afflusso di sangue nuovo o un cambiamento di prospettiva possono apportare nuova linfa vitale e nuovo slancio; un GAL più rappresentativo e inclusivo non solo coinvolgerà persone nuove, ma potrà aprire nuove opportunità, portare nuove risorse, idee e innovazioni e, rafforzando i legami locali, può incoraggiare la partecipazione di nuovi soggetti.

Rinnovare o potenziare l'applicazione dei principi

Che cosa significa questo concretamente? Significa semplicemente esaminare le sette caratteristiche dell'approccio LEADER e il modo in cui il GAL le sta attuando. Fate il punto della situazione: quali sono gli obiettivi perseguiti con ciascuna caratteristica? State implementando l'approccio come auspicato? Qual è il valore aggiunto che state cercando di ottenere con LEADER? Utilizzate tutte le caratteristiche? Come le state attuando? Nel modo in cui il GAL lavora come gruppo, con gli altri, con i progetti? Questo modo di operare è coerente? State evitando sfide e compiti troppo impegnativi? Alcuni aspetti sono più difficili di altri? Se sì, perché? Cosa sta funzionando bene e cosa meno bene, e perché? Siete in grado di rispondere a livello locale e in modo flessibile? State monitorando la situazione?

Una volta esaminato il proprio operato, sarà possibile individuare gli aspetti da migliorare, gli ambiti dove è possibile garantire un maggior valore aggiunto e pianificare di conseguenza.

Progettazione integrata

Per ottimizzare l'approccio LEADER, quest'ultimo dovrà essere ben integrato nel modus operandi del GAL, nelle sue azioni e nel suo modo di lavorare con altri attori a livello locale e nell'ambito del sistema di attuazione. A tale proposito è fondamentale mettersi nei panni dei beneficiari: come vengono mobilitati, consultati, coinvolti, sostenuti affinché possano contribuire al raggiungimento dei risultati auspicati? Pianificare in quest'ottica fa sì che l'approccio LEADER sia un elemento cardine della strategia di sviluppo locale del GAL e lo rafforza attraverso il metodo di attuazione e il piano operativo. È fondamentale che venga utilizzato come strumento concreto e dinamico per attivare ed ampliare la partecipazione locale, l'adesione e il senso di appartenenza della comunità locale, rendendo così la strategia di sviluppo locale, l'approccio e i risultati ottenuti più rispondenti al contesto.

Ampliare la partecipazione

Per rinnovare LEADER è importante coinvolgere nuove persone e nuove idee. Una critica comunemente mossa a questo approccio è che tende ad essere un "circolo chiuso", riservato agli esperti e non abbastanza inclusivo. In quanto approccio di sviluppo ascendente e partecipativo, LEADER dovrebbe essere aperto a una partecipazione più ampia, sia introducendo nuova linfa vitale all'interno del GAL, sia trovando nuove modalità di intervento per consentire la partecipazione delle persone.

Un approccio efficace alla comunicazione è un elemento chiave a tal fine: potrebbe essere utile trovare nuovi modi di presentare le informazioni, ad esempio mediante eventi locali itineranti o altre formule per condividere gli insegnamenti concreti e i benefici del modo LEADER di fare le cose. Può essere opportuno trovare soluzioni per coinvolgere potenziali beneficiari che normalmente non avrebbero accesso ai finanziamenti pubblici, "gli insoliti sospetti", a farsi avanti con le loro idee. La maggiore enfasi posta sull'animazione nel programma 2014-2020 fornisce ai GAL il mandato e le risorse per estendere la portata di LEADER a nuove persone, nuove idee e nuove risorse. Come sarà possibile farlo? Come si potrà potenziare questo aspetto? Magari attraverso un piano di animazione o un gruppo di sostegno all'animazione delle RRN? Non lasciate questo punto al caso: è troppo importante, e operare bene in questo campo può migliorare enormemente il processo per sostenere lo sviluppo di progetti strategici ed efficaci.

I GAL hanno anche l'opportunità di utilizzare determinati strumenti, come criteri di ammissibilità specifici, ad esempio per incoraggiare progetti su piccola scala, innovativi, complessi o integrati. Questo vale non solo per il FEASR, ma anche per le possibilità offerte nell'ambito del CLLD. Quote e criteri possono essere utilizzati per garantire la partecipazione di gruppi specifici, delle donne, dei giovani, del settore privato ecc.

Consultazione inclusiva

Il processo di consultazione nella preparazione e revisione della strategia di sviluppo locale offre ai GAL l'occasione ideale per raggiungere e coinvolgere nuove persone e organizzazioni. Permette di esplorare non solo quali siano le esigenze e le opportunità di sviluppo, ma anche come le persone possano contribuirvi e partecipare. Se i GAL vogliono raggiungere nuovi gruppi di interesse, devono pensare a come farlo e a come incentivare un'attiva partecipazione di questi gruppi. Un approccio "a porte aperte" non è sufficiente perché possono esserci numerose barriere: distanze, trasporti, tempi, servizi all'infanzia, orari scolastici e persino la lingua possono scoraggiare le persone. La gente ha bisogno di essere invitata, deve avere il permesso di contribuire. Riflettete attentamente: come potete aiutare le persone a partecipare e quali strumenti, metodi e canali potete utilizzare?

Questi sono solo alcuni degli approcci che i GAL possono utilizzare per aiutarsi ad essere quanto più innovativi e pertinenti possibile, ricercando e generando valore aggiunto, suscitando un reale coinvolgimento dalla base. Questi non sono approcci una tantum, bensì, come per la strategia di sviluppo locale, sono approcci e strumenti dinamici che, se adeguatamente gestiti, alimentano un processo di rinnovamento continuo.

LEADER e CLLD

Il successo riscosso da LEADER nelle zone rurali ha indotto altri fondi SIE a estenderlo anche ad altre tipologie di territorio. Nel periodo di programmazione 2007-2013 è stato trasferito con successo al Fondo europeo per la pesca (divenuto nel 2014 Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca - FEAMP). Dal 2014 è disponibile anche a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE). Tuttavia, esso è previsto obbligatoriamente solo nell'ambito del FEASR.

A seguito di questa maggiore diffusione dell'approccio è stata assunta la denominazione "sviluppo locale di tipo partecipativo" (CLLD). Nell'ambito del FEASR, è stato mantenuto l'acronimo LEADER, con il suo chiaro riferimento alle zone rurali. Dal 2014, una stessa strategia di sviluppo locale (SLL) può fruire del sostegno di diversi fondi UE in virtù di quello che viene definito "CLLD plurifondo". Laddove gli Stati membri hanno scelto questa opzione, essa consente ai GAL (di territori rurali, urbane e dediti alla pesca) di esplorare il potenziale dell'approccio CLLD per integrare in modo globale i bisogni e le soluzioni locali. Consente inoltre di coordinare meglio il sostegno LEADER con il sostegno allo sviluppo locale erogato da altri fondi UE, rafforzando così le sinergie tra zone rurali, urbane e di pesca.

Al fine di garantire la coerenza delle strategie di sviluppo sostenibile e delle azioni in tutti i fondi UE, è stato elaborato un quadro minimo di norme comuni, descritto nel Regolamento recante disposizioni comuni. La Commissione europea ha altresì elaborato due serie di orientamenti non vincolanti per l'applicazione dello sviluppo locale di tipo partecipativo:

Fondi strutturali e di investimento europei - Orientamenti per gli Stati membri e le autorità di programma sullo sviluppo locale di tipo partecipativo nell'ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei (settembre 2018) [PDF en ]

Fondi strutturali e di investimento europei - Orientamenti sullo sviluppo locale di tipo partecipativo per gli attori locali (settembre 2018) [PDF en]